lunedì, aprile 30, 2007
domenica, aprile 29, 2007
La stagione...
Che giornata meravigliosa che è stata oggi,
c'era davvero da perdersi nei colori...
nei profumi della primavera-estate.
Sembrava che anche la città li stesse assaporando
in una pace luminosa.
Veniva da sorridere e da pensare
la vita sa essere bella se sappiamo osservarla
e ascoltarla nel modo giusto...
Manca solo qualcosa...
ma chissà un giorno quando meno me lo aspetto arriverà...
sabato, aprile 28, 2007
Buon sabato...
L'AMORE E IL CRANIO
L'Amore sta assiso sul cranio dell'Umanità e da quel trono profano, con riso sfrontato,
soffia gaio delle bolle rotonde che s'innalzano nell'aria, quasi a raggiungere i mondi al fondo dell'etere.
Il globo fragile e luminoso prende un grande slancio, scoppia e sputa la sua anima gracile come un sogno d'oro.
Odo il cranio, a ogni bolla, gemere e pregare: "Quando finirà questo gioco feroce e ridicolo?" Perché quel che la tua bocca crudele sparpaglia nell'aria, mostro assassino, è il mio cervello, il mio sangue, la mia carne!"
Baudelaire
venerdì, aprile 27, 2007
Cercasi...Jonathan
Qualche volta so che passavi di qua,
si può sapere dove sei finito?
Ce lo chiedevamo sia con Carmen che con Beatrice!
giovedì, aprile 26, 2007
Attento Narciso
La tua beltà è solo migliorata da un riflesso,
che non ti appartiene...
Le acque mentono, la bellezza svanisce,
basta un filo di vento,
tu affogherai e più nulla rimarrà di te,
anche il segno delle tue ginocchia lasciato sulla sponda
verrà cancellato dalla pioggia...
L'unico pensiero a te dedicato sarà:
Ricordi quel poverino...che pena!!!
Uno sconosciuto
Ieri sera mi sono scritta per un po' con uno sconosciuto,
è stato piacevole scoprire che c'è chi si racconta
e ammette i suoi limiti
o quello che ha imparato crescendo.
Nessun tipo di avance e probabilmente non ci scriveremo più.
Mi fa piacere quando ancora riesco ad essere sorpresa da qualcuno.
lunedì, aprile 23, 2007
sabato, aprile 21, 2007
Buon sabato!!!
La Ballata Dell'amore Cieco
Un uomo onesto, un uomo probo,
tralalalalla tralallaleru
s'innamorò perdutamente
d'una che non lo amava niente.
Gli disse portami domani,
tralalalalla tralallaleru
gli disse portami domani
il cuore di tua madre per i miei cani.
Lui dalla madre andò e l'uccise,
tralalalalla tralallaleru
dal petto il cuore le strappò
e dal suo amore ritornò.
Non era il cuore, non era il cuore,
tralalalalla tralallaleru
non le bastava quell'orrore,
voleva un'altra prova del suo cieco amore.
Gli disse amor se mi vuoi bene,
tralalalalla tralallaleru
gli disse amor se mi vuoi bene,
tagliati dei polsi le quattro vene.
Le vene ai polsi lui si tagliò,
tralalalalla tralallaleru
e come il sangue ne sgorgò,
correndo come un pazzo da lei tornò.
Gli disse lei ridendo forte,
tralalalalla tralallaleru
gli disse lei ridendo forte,
l'ultima tua prova sarà la morte.
E mentre il sangue lento usciva,
e ormai cambiava il suo colore,
la vanità fredda gioiva,
un uomo s'era ucciso per il suo amore.
Fuori soffiava dolce il vento
tralalalalla tralallaleru
ma lei fu presa da sgomento,
quando lo vide morir contento.
Morir contento e innamorato,
quando a lei niente era restato,
non il suo amore, non il suo bene,
ma solo il sangue secco delle sue vene.
Fabrizio De Andrè
venerdì, aprile 20, 2007
giovedì, aprile 19, 2007
Tra un dipinto e l'altro...
...vi lascio in questa vallata con mio fratello...
e una canzone di Battiato...
Un'altra vita
Certe notti per dormire mi metto a leggere,
e invece avrei bisogno di attimi di silenzio.
Certe volte anche con te, e sai che ti voglio bene,
mi arrabbio inutilmente senza una vera ragione.
Sulle strade al mattino il troppo traffico mi sfianca;
mi innervosiscono i semafori e gli stop, e la sera ritorno con malesseri speciali.
Non servono tranquillanti o terapie
ci vuole un'altra vita.
Su divani, abbandonati a telecomandi in mano
storie di sottofondo Dallas e i Ricchi Piangono.
Sulle strade la terza linea del metrò che avanza,
e macchine parcheggiate in tripla fila,
e la sera ritorno con la noia e la stanchezza.
Non servono più eccitanti o ideologie
ci vuole un'altra vita.
martedì, aprile 17, 2007
lunedì, aprile 16, 2007
Baudelaire
CASTIGO D'ORGOGLIO
A quei tempi meravigliosi in cui la Teologia fiorì con più linfa e vigore, si racconta che un giorno uno dei più grandi fra i dottori, - dopo avere scosso i cuori indifferenti e averli rimescolati nelle loro nere profondità, dopo essersi aperto verso le glorie celesti strane vie a lui stesso ignote, cui erano giunti soltanto puri spiriti - come fosse salito troppo in alto e il panico l'avesse preso, gridò trasportato da un orgoglio satanico: "Gesù, piccolo Gesù, io t'ho innalzato troppo! Ma se t'avessi voluto attaccare dove ti mostri più debole, la tua vergogna uguaglierebbe la tua gloria, tu non saresti più che un risibile feto."
Subito perdette la ragione, d'un nero velo si coprì lo splendore di quel sole, il caos s'impadronì di quell'intelligenza, tempio una volta pieno di vita, d'ordine e di ricchezza, sotto i cui soffitti aveva scintillato tanta pompa. S'istallarono in lui notte e silenzio, come in un antro di cui si fosse perduta la chiave. Da allora egli fu in tutto simile alle bestie vagabonde; e quando andava, senza nulla vedere, attraverso i campi, non riconoscendo più le estati e gli inverni, sudicia, inutile, laida cosa inutile, diventava la gioia e lo zimbello dei ragazzi.
sabato, aprile 14, 2007
Nel mezzo!
Non so se vivere di vino e baccanali
o di tisane e quiete,
nel mezzo c'è la giusta misura,
ma per carattere vivo il dualismo
strattonata da una parte all'altra,
di passioni e dure logiche,
mantengo confusa la mia natura.
Il procedere degli anni
sembra che amplifichi il solco...
cos'è meglio per me
che rifiuto il punto che unisce le due rette?
venerdì, aprile 13, 2007
giovedì, aprile 12, 2007
Ermes
Ogni notte
lascio spalancate le ante della finestra,
attendendo Ermes.
Fiduciosa spero in buone notizie...
per ora bussa da altre parti.
Tesserò la tela pazientemente come Penelope,
scucendola ogni tanto per allungare il tempo.
Per ora c'è silenzio,
non sento battiti d'ali ai piedi,
Proserpina gioca con le stagioni,
un'altra notte è trascorsa...
mercoledì, aprile 11, 2007
Cattivi pensieri
Sento cadere da una delle mensole sul mio letto,
qualcosa sul mio viso.
Piccole zampetta agitarsi sulla mia guancia
con la mano scaccio lo scarafaggio
accendo la luce,
lo cerco,
eppure dovrebbe essere lì sul tappeto.
Niente tracce ma loro sono veloci a nascondersi.
Clicco! Luce spenta, mi riassopisco
o forse ho solo finto di essere sveglia;
urino sangue...
Catarsi di cattivi pensieri.
martedì, aprile 10, 2007
giovedì, aprile 05, 2007
mercoledì, aprile 04, 2007
Il ventre
Dal ventre nasce il male e il bene,
dal ventre si scatenano emozioni.
Nel ventre si costituisce la vita
non ci è dato sapere che strada prenderà.
A volte si coalizza con il cuore
rendendoci vittime o carnefici,
si contorce pugnalando il petto,
sviscera il nostro inconscio.
Cardiopalma di una spirale infinita...
martedì, aprile 03, 2007
domenica, aprile 01, 2007
Ringrazio vivamente Giuseppe Celi
Osservo i lavori di Cinzia Coratelli. E ne sono a mia volta osservato.
Il mondo di Cinzia Coratelli è infatti popolato da esseri umani: uomini e soprattutto donne che si accampano sulla tela con estrema naturalezza, senza esasperate esaltazioni compositive e strutturali.
Una pittura, la sua, che recupera, da un punto di vista tecnico, la tradizione impressionista ed espresssionista e di accurata eleganza esecutiva, dove il cardine è infatti rappresentato dall'uomo in se stesso, filtrato dal mondo che lo circonda che sembra in certo qual modo non appartenergli e nemmeno interessargli più. E zoomando su questi corpi seminudi - e a loro volta aspri, che l'artista non a caso lascia privi di finzioni descrittivi e narrativi – si rimane sedotti dal vero motore primo dell'opera: il volto e, ancor più, lo sguardo.
La logica che ne scaturisce talvolta è interna all'opera. Così accade nel riferirsi alla figura femminile, resa afferrabile da una carne rosata e trasparente che ne ammorbidisce il corpo, coi fantasmi che ne popolano lo spirito - la possente immagine michelangiolesca che letteralmente emana dalla sua mente e che con quest'ultima condivide, dal punto di vista formale, il cromatismo forte e quel senso di leggerezza, così diverso dalla pregnanza della materia tutta sangue e vita che appare in primo piano -. In altri casi il dialogo è molto meno mediato e si attiva un intesa diretta con lo spettatore facendo scaturire tensioni evocative profonde, attimi del suo vissuto o della sua realtà interiore che l'immagine proposta dall'artista empaticamente solleva allo stato di coscienza.
È questa condensazione tra possibili polarità - tra corpo visibile da un lato, cuore e mente dall'altro, tra realtà tangibile che sembra di sentire tra le mani e virtualità del pensiero - che sostanzia gli esseri creati da Cinzia Coratelli. Esseri come noi fatti di gambe e braccia, di fisionomie che ci sono familiari e appartengono al nostro immaginario, ma che a ben riflettere sono irreali se non fosse per quei grandi occhi che si spalancano su un mondo immaginato e immaginario - più che narrato - reale solo allorché popolato dai fantasmi che noi e solo noi sappiamo trasfondere in essi.
G.C.
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