Cinzia Coratelli: attacchi di panico, cosa sono?
Tachicardia, sudorazione improvvisa, tremore, formicolio, sensazione di soffocamento, dolore al petto, nausea, paura di morire o di impazzire, brividi o vampate di calore,crampi muscolari, sono solo alcuni dei sintomi che caratterizzano un attacco di panico.
Chi l’ha provato lo descrive come un' esperienza terribile, spesso improvvisa ed inaspettata. E’ ovvio che la paura di un nuovo attacco diventa immediatamente forte e dominante.
Il singolo episodio, sfocia facilmente in un vero e proprio disturbo di panico, più per "paura della paura" che altro. La persona si trova rapidamente invischiata in un tremendo circolo vizioso che spesso si porta dietro la cosiddetta "agorafobia", ovvero l’ansia relativa all’essere in luoghi o situazioni dai quali sarebbe difficile o imbarazzante allontanarsi, o nei quali potrebbe non essere disponibile un aiuto, nel caso di un attacco di panico inaspettato.
Diventa così pressoché impossibile uscire di casa da soli, viaggiare in treno, autobus o guidare l’auto, stare in mezzo alla folla o in coda, il frequentare un supermercato, usare l'ascensore, attraversare un ponte, una galleria o se deve viaggiare in aereo, sentirà di non riuscire a camminare avrà paura di attraversare la strada, degli spazi aperti o molto chiusi, e cosi via.
L’evitamento di tutte le situazioni potenzialmente ansiogene diviene la modalità prevalente ed il paziente diviene schiavo del suo disturbo, costringendo spesso tutti i familiari ad adattarsi di conseguenza, a non lasciarlo mai solo e ad accompagnarlo ovunque, con l’inevitabile senso di frustrazione che deriva dal fatto di essere "grande e grosso" ma dipendente dagli altri, che può condurre ad una depressione secondaria.
La ripetizione di attacchi di panico prevede che si strutturino gradualmente nel soggetto. Dapprima il soggetto tenderà ad evitare luoghi e situazioni nelle quali teme possa ripresentarsi un attacco. Avrà così paura, fino a ridurre la propria esistenza tra le mura domestiche.
Questo è ciò che sta capitando a me già da qualche anno, ritengo giusto che si sappia dell'esistenza di questo male, non sono la sola nè l'ultima. Si va espandendo e ci sono persone che hanno timore di parlarne, per paura di essere scambiati per pazzi o per pudore, vergogna o magari perchè non sanno di averli.
Il mio dolore più grande, è la lucidità nel vivere questo male, si finisce quasi per essere troppo coscienti di tutto ciò che è attorno.
Quando si soffre non si dovrebbe rimanere soli, non abbiate paura di parlarne!!!
Cinzia Coratelli
31 Comments:
Mi sfilo il cilindro e le faccio l'inchino...
Grazie Raffy non è facile parlare di queste problematiche, ci ho pensato molto prima di scrivere questo post.
Ma il tuo incoraggiamento mi rincuora!:-)
"...a mascellate d'asino difenderò il tuo cuore..."
Amica Grazie!!!:-)
Qui divento per qualche istante serio (lo so, non ci crede nessuno, facciamo così, mettetevi in sospensione d'incredulità). Non sei la prima amica che conosco che soffre di attacchi di opanico. Anzi, debbo dire (e questo mi sgomenta un po') che, dalla prima volta che ne ho sentito parlare (una mia compagna di classe ne soffriva ai tempi del liceo, ma io venni a saperlo solo un paio di anni dopo, dato che, appunto, si vergognava a parlarne), il numero di amiche che mi ha confessato di soffrire di attacchi di panico è aumentato vertiginosamente. Quanto a questo puoi stare realmente tranquilla: non sei sola.
So di chi comunque, piano piano ed anche con un ausilio farmaceutico, è riuscito ad uscirne e ad affrontare il problema, riuscendfo a condurre una vita sostanzialmente piena e "normale" (per cui, niente pessimismo, farcela si può). La cosa che mi lascia veramente perplesso è quella che pare l'enorme diffusione (e sempre in aumento) di questa malattia. Soprattutto tra le donne. Comincio a chiedermi se veramente none sista un problema sociale di qualche tipo, che sia alla base di tutto questo. Nel dubbio, un abbraccio forte! :-)
Penso che ognuno abbia il suo motivo,
confermo che le donno sono di più a soffrirne ma incomincia a salire anche il numero degli uomini.
Le cause sono molteplici, non ci sono solo traumi, spesso è una sorta di ansia di prestazione verso la vita.
Grazie Ubi;-)
Mah, di certo c'è qualcosa di profondamente sbagliato da qualche parte, nel meccanismo del vivere civile (?). Prego, era fatto volentieri :-)
In realtà credo che una delle cause sia proprio quando vivi troppo civilmente.
Perchè ti metti nelle condizioni di fragilità e qualunque cosa accada non sai mettere il giusto distacco!
Maledetta e meravigliosa sensibilità!!!;-)
Credo sia essenzialmente un problema di definizioni: forse vivere civilmente potrebbe significare anche non caricare di eccessive aspettative chi deve ancora intraprendere la sua strada nella vita (oltre che dargli l'opportunità di farlo)...
Sì! concordo!;-)
A me succedeva quando ero disoccupato. Mi svegliavo in piena notte come riemergendo da un'immersione in apnea e poi avevo i sintomi che hai descritto...
E' vero che c'è un problema generale, però dovresti individuare una causa scatenante concreta. Ce n'è sempre una, credo.
Nic ci sto lavorando per scoprirla!!!;-)
Questi sono quelli che si possono scrivere su di un blog ;-p
No, scherzi a parte, non sono necessariamente cose che desidero, ma che magari potrei scoprire di saper fare e di non ricordarmelo... :-)
Più che della vita...della mia fantasia malata, direi ;-D
E il Gaelico niente? ;-)
Stiamo messi bene tra tutti e due, mi sa... ;-)
Beh, suvvìa, l'altezza non sarà un ostacolo (la facevo più alta dalle foto, ma del resto, che ne capiamo noi che somigliamo a Paolo Guzzanti? :-D)
Diciamo...particolare, che suona meglio ;-)
Vabbù allora non sei irrequieto ma particolare!Paolo ihih!:-)
Nessuno può dubitare dell'entità di questa sindrome se non l'ha vissuta.
Non so se esista una terapia specifica, ma ho imparato con gli anni che una buona dose di amicizia e di affetto possono fare miracoli.
Ciao
eventounico
http:\\eventounico.blog.kataweb.it
Ciao Cinzia... arrivo tardi ma arrivo e trovo un post, pardon una realtà, con la quale mi incontro-scontro da un po'. Un amico caro, brillante e folle, in cui gli attacchi di panico sorgono improvvisi anche tra le mura di casa. Sorgevano, a dire il vero. Ora meno, sempre meno. Ci vuole tempo, pazienza, aiuto... ma si può fare. Così come, tassello dopo tassello sembrano restringere la vita... pezzetto dopo pezzetto la si riconquista.
PS: solo il trattore di Ubi non ha i freni. Tanto non lo sa guidare. ;)
Quindi, in realtà, mi stai dicendo che ho conosciuto una estenuante teoria di ragazze che mi hanno detto di essere 1,60, ma in realtà si aggiravano attorno all' 1,52? ;-)
momyone non è mai troppo tardi!;-)
Grazie:-)
Ubi spero di non averti sconvolto troppo con questa rivelazione ma alcune volte è così.;-)
Per me è stato spesso tenero e un po' imbarazzante trovarmi in serate dove ci chidevano l'altezza, e sentire amiche e conoscenti che dichiaravano la mia stessa altezza pur essendo più basse.
allora io rispondevo che non mi misuravo da un po' e sviavo l'argomento.;-p
Ah ah ah ah! Per nulla non ti preoccupare e poi l'altezza è veramente l'ultima cosa in ujna ragazza (unica cosa: non deve essere più alta di me! Da questo punto di vista sono molto tradizionalista ;-))
mi spaice, ma cure ? magari di tipo psicologiche...
Ciao branzino, sì le sto facendo ma dicono che ci vuole tempo!!!
Ma io non mollo!;-)
Bongiorno Cinzia! E' vero, ci sono due altezze standard... 160 e 170. Si tende sempre ad aggiungere qualche centimetrino, di solito in maniera inversamente proporzionale al peso dichiarato (centimetri in più, chiletti in meno). Mai sentito qualcuna chiedere: "ma con o senza tacchi?".
verissimo momyone!;-D
già, davvero buono... GNAM
Ciao :)
se vi interessa l'argomento e volete contribuire...
http://psicologicando.forumup.it
il panico è un sintomo non una malattia :)
io son li c-mellow
Era gia' tutto scritto, vedo.
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