Che strano

Stasera mi sono ricordata dei miei vent'anni, dei sogni di quel periodo.
Uno di questi se non il principale era di avere un compagno, due marmocchi,
un piccolo appartamento in una città a misura d'uomo e una stanzetta dove poter dipingere.
Immaginavo di aspettare il mio lui, fargli trovare pranzo e poi cena pronti.
Di sentire le grida vitali, stonanti e gioiose dei bimbi.
Desideravo lunghe chiacchierate e silenzi pieni di significato.
La sera seduti su un comodo divano a vedere film dal
più intellettuale al più demenziale.
Ritrovarci al mare...
insegnare ai figli quanto la vita va presa senza troppa ansia,
con la giusta dose di paura.
Perchè i limiti non sono un difetto.
...e poi...
...non ricordo più...